Attilio Scroccu
Le launeddas sono uno strumento antichissimo, tremila anni fa le loro canne venivano già soffiate. Con gli anni (in questo caso i millenni) ci saranno sicuramenti stati dei cambiamenti nello strumento, un po’ magari perché era più facile reperire un materiale piuttosto che un altro e un po’ magari perché inizialmente poteva essere suonato in certi contesti e con il passare del tempo è stato utilizzato diversamente.
Una cosa è certa, non a tutti i costruttori (soprattutto ai più anziani ancora in vita) piacciono i cambiamenti. Uno di questi è sicuramente Attilio Scroccu, nato a Muravera (CA) nell’Aprile del 1929, sin da giovane ragazzo ha iniziato a costruire Launeddas senza mai smettere.
Nei vari libri dove è citato il suo nome, lo etichettano così: personaggio schivo ma di grandissima arte musicale. Se per schivo si intende una persona diffidente, forse stanca di ricevere fregature, mi si trova perfettamente d’accordo. Sono tante le persone che sono state mandate via dal suo laboratorio, lui stesso mi ha raccontato diversi episodi di questo tipo! Certamente qualche volta può avere sbagliato nel valutarne le intenzioni, ma in altre ci ha sicuramente visto giusto!
L’amore con cui costruisce, la dedizione, la semplicità, il badare più alla sostanza che alla forma, quel suo modo ancora “primitivo” di vivere la sua arte, fanno di lui un costruttore unico nel suo genere.
Probabilmente la sua fortuna è proprio quella di essere un tipo schivo, perché così facendo il suo orecchio non è stato “inquinato”, estraniandosi dal mondo esterno e dalle forme musicali convenzionali, è riuscito a mantenere inalterato nel tempo il suo modo di vivere la musica.
Quando Tziu Atiliu si trova nel suo laboratorio, riesce a estraniarsi da tutto e da tutti. In quella piccola stanza magica ha trascorso (e trascorre) tanto tempo e negli anni ha costruito tutti i tipi di cuntzertus nelle varie tonalità che tiene in parte appesi e in parte dentro is stracascius. Li utilizza ancora come dima per costruire i nuovi strumenti e come mi disse: “Non modifichisti mai sa scala de Tziu Atiliu”. Certo, quella scala che è differente da quelle utilizzate ora nella costruzione. Probabilmente noi che abbiamo l’orecchio “inquinato” percepiamo inizialmente un certo “disordine”, ma state pur certi che nel sentire interamente una suonata si resta incantati da quel profumo di “antico”, naturale, che riporta veramente indietro nel tempo. Questa è stata la sensazione che ho avuto nel sentire il loro meraviglioso suono, uscito dalle canne costruite da Tzìu Atiliu e suonate per la prima volta da Stefano Cara e Michele Deiana, che, pur essendo giovani, hanno già una grandissima esperienza ed un orecchio sopraffino, e che hanno commentato: “ inizialmente storcevamo il naso per certe note un po’ calanti che non siamo abituati a sentire nelle scale musicali odierne, ma poi durante la suonata a cuncordia quella sensazione è sparita e ora la pensiamo diversamente…”. Infatti una suonata a cuncordia con uno strumento di Tziu Atiliu e uno costruito con una scala diversa non sarebbe piacevole da sentire, mentre due suoi strumenti si sposano alla perfezione. Non posso essere comunque io ad entrare nello specifico tecnico e spiegare il perché le sue scale non siano “sbagliate”, per far ciò c’è la necessità di esperti nel settore musicale e per questo è stato già creato un gruppo di lavoro tra amici per approfondire l’argomento.
Chissà quanto tempo, durante la costruzione, soffia ininterrotamente dentro su Tumbu (la canna che produce la nota fissa e continua che funge da tonica per su cuntzertu ) prima di essere soddisfatto del suono prodotto. Certo, perché le due canne melodiche (mancosa e mancosedda) si dovranno sposare a vicenda con il bordone (o tumbu). Una della prime frasi che dice mentre ti fa sentire il suono de su tumbu accompagnato da una singola mancosedda è : “Ascuta beni, ci funt dexi sonus in su contrabbassu, ascuta ascuta”. Dopo aver ascoltato con attenzione non si può far altro che rimanere stupefatti dalla passione e dall’amore che Tziu Attiliu mette nel costruire le Launeddas e niente lo può ripagare più del suono degli strumenti una volta terminati!
Posso dire senza dubbio che il ricevere nozioni di costruzione (e di vita) dal Maesto Scroccu ha fatto si che mi avvicinassi al mondo delle launeddas in una maniera particolare. Una vera e propria esperienza positiva, che difficilmente si dimenticano (e che non vuoi dimenticare), che mi sento vivamente di consigliare agli amanti dello strumento e non solo!! Ma occhio a non andare da lui con l’intenzione di voler per forza “rubare” qualche segreto, perché il “forcone“ è sempre pronto dietro la porta!! L’approccio dovrà essere differente, far parlare il Maestro quanto vuole perché in tutto quello che dice c’è nascosto un insegnamento e delle volte ti avvisa pure prima di parlare : “ascurta beni custu, est po tui, ascurta eh!…” Solo se si andrà da lui con grande umiltà allora sarà possibile essere accettati dal suo cuore!!!!
(Articolo tratto da "Cuntzertus" Vol.1) scritto da Riccardo Cuccu