Emmanuele Marceddu
Emmanuele Marceddu

Emmanuele Marceddu (Pirri 1874-1924)

Efisio Marceddu (1845-1846-20 marzo 1892)

 

Emmanuele Marceddu Vacca nacque a Pirri nella casa paterna, sita in via Monte n.2, il 24 settembre 1874. Nato dall’unione di Efisio Marceddu e di Enrichetta Vacca Ambu; matrimonio celebrato, sempre a Pirri, il 25 ottobre 1873. Il padre, Efisio Marceddu Spiga (1845/1846-20 marzo 1892), da cui Emanuele ereditò la passione per le launeddas e da cui ebbe anche i primi insegnamenti, svolgeva la doppia professione di agricoltore e di zampognere; fu allievo di Giuseppe Figus di Ussana (1814-1868), ma nell’atto di morte, l’attività di zampognere, forse per la mancanza di spazio, fu l’unica professione che gli venne attribuita, infatti, è scritto testualmente: ‘a ore pomeridiane nove e minuti ____ di ieri (ndr. 20 marzo 1892) nella casa di via Monte, al numero [2], è morto Marceddu Efisio, di anni quarantasei; era zamponiere’. Quello di zampognere era il termine con cui veniva indicato chi, per lo meno fino alla fine dell’Ottocento e nei primi anni del secolo successivo, svolgeva l’attività di suonatore di launeddas di professione. Nell’atto di nascita Emmanuele compare con il doppio cognome, dunque anche quello della madre Enrichetta, probabilmente per distinguerlo dal nonno paterno, suo omonimo, così come capitava spesso per tradizione. Emmanuele suonò in tutte le principali feste organizzate a Pirri, spesso in coppia con il sinnaese Beniamino Palmas, quando ancora quest’ultimo non era residente a nel Comune di Pirri. Purtroppo quando questi vi si stabilì il ‘compagno di suonate’, Emmanuele Marceddu, era già deceduto da parecchio tempo, appena cinquantenne. L’1 dicembre 1924, infatti, mentre era impegnato in alcuni lavori in campagna, cadde accidentalmente dal carro, che nel suo incedere lo travolse, facendogli perdere tragicamente la vita, quand’era all’apice della sua popolarità. 

(Articolo tratto da "Cuntzertus" vol.2)                                                                                  scritto da Enrico Picchiri e Daniele Vacca